ANGELICA
Angelica archangelica L.
Famiglia – Umbelliferae

Il suo nome deriva dalla parola “Angelo”, poiché la leggenda narra che questa pianta sia stata portata sulla terra dall’Angelo Raffaele come aiuto per curare i malanni degli uomini.
Raffaele, in lingua ebraica significa “medicina di Dio” e dunque l’Angelica divenuta Arcangelica, venne definita “medicina divina”.

Già Dioscordie nel I sec. a.C, consigliava questa pianta per liberare i polmoni da grumi di catarro.
Era sacra ai Druidi che la dedicavano alla Luna. I cantori lapponi, prima di narrare le gesta degli eroi, bevevano un vino di angelica per favorire l’ispirazione.
Sembra fosse uno dei componenti essenziali per la pozione “triaca”, una panacea per curare tutti i mali.
Nella tradizione popolare si credeva che questa pianta proteggesse dal malocchio e dalle negatività.

Vive nei pascoli asciutti e sassosi, in prossimità di boschi (0-1600 m s.l.m.) ed è rarissima allo stato spontaneo, mentre comune allo stato coltivato.

Si usano la radice del primo anno, le foglie e i frutti (comunemente detti semi), consumati in polvere, infuso, estratto fluido in gocce, tintura, decotto e sciroppo.

 

PROPRIETÀ
La radice e le foglie sono espettoranti, bechiche, eupeptiche, amaro toniche stomachiche digestive, antiacido, carminative, emmenagoghe.
I frutti, aromatizzanti, carminativi, diuretici, antispasmodici.

Viene consigliata per calmare il mal di testa, i dolori mestruali e per facilitare la digestione.

È largamente impiegata in liquoreria (i semi sono componente essenziale del liquore “Strega”, del liquore Benedettino, del Chartreuse e del Vespertò) e in pasticceria (gli steli giovani sono impiegati per decorazioni di torte, i piccioli per confetture, i fusti e i gambi in dolciaria).
La radice viene usata nei vermouths e nella formula di alcuni gin.
Le foglie vengono mangiate cotte e crude, specialmente nei paesi Scandinavi.
I frutti sono usati per calmare le palpazioni del cuore e per smorzare l’effetto del caffè. Hanno dimostrato anche facoltà antibiotiche in special modo contro lo “stafilococco aureo”.
L’olio essenziale a piccole dosi agisce come eccitante cerebrale, a dosi più alte, come depressivo.

Fa parte dell’elenco delle piante officinali spontanee vincolate e soggette alle norme della Legge 99/31 e RD 772/32.

 

CONTROINDICAZIONI
L’angelica è sempre controindicata in caso di gravidanza e allattamento.
Si sconsiglia anche l’assunzione quando ci si espone alla luce solare poiché contiene sostanze fototossiche.
In caso di ipersensibilità all’angelica, si possono verificare anche sanguinamenti, un effetto lassativo e febbre.

Dal libro inedito “Le piante officinali” di Federica Spaziani