Papavero
Papaver rhoeas L.
Famiglia: Papaveraceae

È il fiore per antonomasia associato alla primavera e al mese di maggio. Dona macchie di colore al ciglio delle strade e ai campi di grano.

Il nome deriva dal latino papaver, che a sua volta deriverebbe dal celtico papa che significa pappa, probabilmente perché passato veniva mescolato alla pappa dei bambini per conciliarne il sonno.
Il termine rhoeas proviene dal greco rheo che significa scorrere via, con allusione alla caducità dei suoi petali, oppure dal greco róia che significa melograno per il colore rosso del fiore.

È una pianta erbacea che può raggiungere altezza anche di 70cm, era molto comune, ora è un po’ più rara, e presente su tutto il territorio.
La sua caratteristica è quella di essere molto leggiadra, con poche foglie, rade e sparse e grandi fiori solitari con larghi petali rosso scarlatto e una macchia nero-bruna alla base. Anche i frutti sono particolari, caratterizzati da capsule ovoidi. I semi, reniformi, bruno-nerastri, sono eduli.

SIMBOLOGIA
Per le sue doti soporifere, è diventato simbolo di Mollezza e Pigrizia, anche se nel contempo evoca immagini di Bellezza per il colore rosso vivo dei petali che al tatto sembrano di seta.
I Cristiani associarono il colore del fiore a quello del sangue di Cristo, per questo venne scolpito nelle cattedrali medioevali divenendo il simbolo del Redentore.
Viene associato anche al Potere. Un’antica leggenda narra che Tarquinio il Superbo, per mostrare al figlio il modo più sicuro per impossessarsi di Gabi (antica città del Lazio), fece abbattere i papaveri più alti del suo giardino simboleggianti le teste dei cittadini più autorevoli. Da questo episodio derivarono i modi di dire “Gli alti papaveri della politica” o “É stato un alto papavero a procurargli il lavoro”.
Nel linguaggio dei fiori questa è simbolo dell’Orgoglio sopito.

PROPRIETÀ e USI
Ha proprietà bechiche, sudorifere, calmanti, narcotiche, sonnifere, antinervose, emollienti.
Veniva usato in passato come rimedio contro la gotta, il fuoco di S. Antonio, contro il mal di denti, contro le rughe e per massaggiare la pelle arrossata.
Negli usi magici popolari i semi vengono utilizzati come talismani e rituali per la fertilità, l’abbondanza e l’entrata di denaro.

Con i suoi petali si ottiene una tintura rossa, che serve a tingere di rosso gli sciroppi, le confetture e le bevande e che veniva utilizzata dalle donne per truccare le labbra e le guance.
I semi seccati vengono utilizzare nella confezione di alcuni tipi di pane, nei dolci, nelle pietanze e per la produzione di un olio con buone qualità dietetiche e ottimo come lenitivo ed emolliente.
I getti primaverili si possono mangiare in insalata, cotti come contorno, nelle minestre, come ripieno delle torte salate, mescolati anche ad altre erbe.

Foto di Federica Spaziani