Quinto dei 10 Guru Sikh, Guru Arjan nacque a Goindwal nella regione del Punjab indiano il 15 aprile 1563 e morì il 30 maggio 1606 a Lahore.
Figlio di Guru Ram Das, suo predecessore, iniziò la costruzione dell’Harimandir Sahib, il Tempio d’Oro di Amristar, città fondata dal padre.
Il suo lavoro principale è stata la prima raccolta di testi di riferimento spirituale dei Sikh – l’Adi Granth o Siri Guru Granth Sahib – opera che divenne il Libro Sacro, scritto per unire i vari gruppi dei credenti e per stabilire una versione chiara ed ufficiale dei testi dei Guru precedenti.
Egli stesso è l’autore di molti inni del Siri Guru Granth Sahib, tra cui la preghiera Sukhmani (letteralmente «Pace dello spirito») e la Shabad Hazare (per togliere il dolore di un amore che non c’è più o che ti ha rifiutato).
Incarcerato con l’accusa di aver complottato contro l‘imperatore, morì martire, simboleggiando il sacrificio dell’unica cosa che si può sacrificare, il corpo fisico.
Simboleggiò il fatto che non esiste il martirio: ha preso un pezzo del suo essere e lo ha donato a una causa, a Dio, allo sconosciuto.

Il quinto Corpo è il Corpo fisico, la realtà.
È la soglia, la porta, la manifestazione, lì decidi se dire un sì o se ribellarti.
Se dici sì ti trasformi, se ti ribelli ripeti il solito ciclo.
ha a che fare con l’Insegnamento, con il maestro, con l’equilibrio e con il sacrificio. Ha a che fare con il suono, con la parola, il linguaggio, la comunicazione.
il flusso diventa più forte e importante