DIGITALE
Digitalis purpurea L.
Famiglia: Scrophulariaceae

È una pianta erbacea originaria dell’Europa Centrale, Occidentale e dell’Asia Minore.
Non essendo tipica dei luoghi in cui hanno vissuto gli antichi scrittori Greci e Latini, le notizie riguardo al suo uso, alla mitologia e alla simbologia sono scarse se non addirittura assenti.
Sono pervenute alcune notizie dai nordici. Il primo a scriverne fu Fuchus nel 1542 chiamandola digitalis per la particolare forma dei suoi fiori che assomigliano a un ditale.
Questa pianta divenne quindi simbolo del lavoro femminile. Il colore porpora evocò invece il simbolo dell’ardore amoroso.

Le leggende nordiche narrano che le fate amino dormire all’interno dei fiori.
Prima del 1775 veniva usata come purgante, ematico, emmenagogo e per curare le ferite.
Giovanni Pascoli le ha intitolato una poesia.

È una specie comune, presente come spontanea solo in Sardegna.
Sulle Alpi vi sono numerose popolazioni inselvatichite da antiche colture utilizzate a scopi medicinali.

Componenti principali
Glucosidi primari e derivati. Digitossina o digitalina amorfa, gitossina, gitalina. Luteolo o luteolina, digitoflavina colorante. Acidi acetico, butirrico, formico e succinico. Clorofilla, cera, grasso, sali minerali. Ossidi di potassio, di calcio, di ferro, biossido di silicio.

Proprietà
Cardiotoniche
: regolarizza il ritmo, rinforza la sistole ventricolare, l’ampiezza della diastole ed aumenta la pressione arteriosa e l’orinazione.
Diuretiche.
Come uso esterno: calma i dolori reumatici e aiuta il riassorbimento degli edemi.

È una pianta molto tossica, da usare solo sotto stretta prescrizione medica.
Ha azione cumulativa, quindi è necessario ogni 4-5 giorni alternare con altre erbe quali le adonidi (Adonis sp.) o il mughetto (Convallaria majalis L.) e assumerla per periodi brevi.
È incompatibile con la china, gli oppiacei e la morfina, la belladonna, lo iodio e i sali metallici.
Fa parte dell’elenco delle piante officinali spontanee vincolate e soggette alle norme della Legge 99/31 e RD 772/32.

Controindicazioni
Può causare aneurisma, bradicardia, embolia, degenerazione sclerotica del miocardio.

Dal libro inedito sulle Piante officinali di Federica Spaziani
Foto di Federica Spaziani