Questo è il mese dell’esplosione della fioritura e della bellezza a 360 gradi, ma le prime piante vistose che si “mettono in mostra” sono la gaggia, il sambuco e il maggiociondolo, nonché i colorati e vistosi papaveri.

MAGGIOCIONDOLO
Laburnum anagyroides Medicus
Famiglia: Leguminosae o Fabaceae

Il nome del genere deriva dal latino omonimo che significa “sorta di citiso”.
L’epiteto specifico deriva invece dal greco ana che significa sopra, gyros che significa giro e eidos che significa sembianza, ad indicare la somiglianza delle sue foglie con la specie Anagyris foetida.

Nella medicina popolare di un tempo era usato come antidoto negli avvelenamenti da arsenico, nella cura delle malattie nervose, per l’asma e le malattie del fegato.

Una leggenda narra che le streghe usassero il maggiociondolo per la preparazione di bevande psicoattive che donavano senso di leggerezza e inconsistenza del peso corporeo che veniva chiamato “il volo della strega” e che possedessero un bastone fatto col suo legno sul quale si diceva cavalcassero durante i loro viaggi. Per questo motivo divenne simbolo del volo.

Ho proprietà colagoghe, purgative, ipertensive, capaci di aumentare la pressione arteriosa.

È specie tossica, in particolare i semi, da usare sotto stretta prescrizione medica.
Contiene citisina, un alcaloide ganglionare che prima eccita e poi deprime il sistema nervoso dei centri vasomotori e respiratori (ha azione simile alla stricnina) che può causare gravi avvelenamenti anche mortali.
Le foglie, se fumate, hanno azione simile a quella del tabacco.
Essendo specie pioniera, trova impiego nelle opere di recupero ambientale, per il consolidamento di pendii e rupi; per la bellezza dei fiori viene anche adoperata come pianta ornamentale (da collocare in luoghi non frequentati dai bambini, data la sua tossicità).
La corteccia fibrosa può essere usata per legare la vite.
Il legno, duro e resistente alle alterazioni, viene usato per archi, sedie, mobili  e pali per viti.
Trova anche impiego in liuteria nella realizzazione degli strumenti a fiato.
È noto anche come “falso ebano” per il colore bruno scuro bronzeo del legno, usato in sostituzione dell’ebano nella fabbricazione di arredi e strumenti.
Nonostante sia velenosa, gli uccelli sono ghiotti dei suoi frutti e le api del nettare e polline dei fiori.

Dal libro inedito sulle Specie spontanee di Federica Spaziani