LAVANDA
Lavandula angustifolia Miller
Famiglia: Lamiaceae

Il nome deriva dal gerundio latino lavare poiché il fiore veniva usato sin dall’antichità per profumare l’acqua per lavarsi.
Nell’Antica Roma era sacra alla Dea Vesta e le Vestali in occasione dei riti si cingeva il capo con i suoi fiori.
Il profumo fresco dei fiori ha evocato il simbolo della Virtù e della Purezza dell’Anima, ma anche il Battesimo.
Da sempre è stata utilizzata, e lo è ancora oggi, per profumare la biancheria, le lenzuola e gli asciugamani.
Nel Rinascimento i pittori usavano l’essenza di lavanda come diluente per i colori.

Le credenze popolari considerano la sua spiga un amuleto che protegge da disgrazie, ossessioni e demoni, ed è un portafortuna per la fecondità e la prosperità.
Veniva inoltre messa sotto il cuscino di chi soffriva di insonnia, era considerata portentosa nella cura delle malattie nervose e si faceva annusare in caso di svenimento. Si dice che porti bellezza.
Una leggenda narra che le vipere amino nascondersi tra i suoi fusti; per questo motivo i cacciatori sostenevano che strofinando i fiori su un morso di vipera, il veleno viene neutralizzato.
È una delle piante più potenti usata nei rituali magici di purificazione capace di allontanare negatività, sfortuna e malumore e capace di favorire l’amore, la felicità, la serenità

Ha proprietà antisettiche, antispasmodiche, calmanti – nevrine, toniche – carminative, bechiche, cardiache, cicatrizzanti, digestive, coleretiche, emmenagoghe, deodoranti, lievi parassiticide, germicide.

L’impiego per eccellenza è come essenza, che, a seconda della concentrazione e del metodo di estrazione, è denominata lavanda italiana inglese o francese.
È largamente impiegata per calmare l’asma, la tosse o pertosse e nelle emicranie.
È rimedio per eccellenza per il cuoio capelluto e per i capelli grassi, nonché per l’acne ed i foruncoli.

È controindicata nelle infiammazioni interne.
Impiegata in farmacia come correttivo e occultatore di certi topici, in profumeria per acque aromatiche, creme per il viso, dentifrici, saponi e in prodotti deodoranti e profumi personali e per gli ambienti chiusi (particolarmente indicata per l’odore di fumo).
In cucina viene utilizzata come condimento per le vivande, per profumare le marmellate, per aromatizzare vino ed aceto.
I fiori nettariferi attirano le api ed il miele prodotto è aromatizzato e ricco di ferro.
Fa parte dell’elenco delle piante officinali spontanee vincolate e soggette alle norme della Legge 99/31 e RD 772/32.

Dal libro inedito sulle Specie officinali di Federica Spaziani
Foto di Paola Muti