Gli alimenti che ci possono aiutare a immagazzinare energia in questo periodo sono e i primi frutti primaverili (fragole e nespole), ma soprattutto a varietà di verdura che troviamo: aglio, agretti, asparagi, carote e ravanelli, cavolo cappuccio primaverile, ortica, cicoria da taglio, cipolla bianca, fagiolini, insalate varie, piselli, i primi pomodori, sedano, spinaci, patate novelle, fagioli, zucchini.

ORTICA
Urtica dioica L.
Famiglia: Urticaceae

Il suo nome deriva dal latino urere che significa bruciare, per l’irritazione che producono i suoi peli al minimo tocco, iniettando l’acido formico. A causa di questa caratteristica ha ispirato proverbi che la presentano in una luce negativa, come ad esempio “punge come l’ortica” per indicare una persona che punge con le sue parole, oppure “è come l’ortica che a toccarla punge”.
Ha persino dato il nome ad alcune Attinie (Anemonia sulcata) chiamate “Ortiche di mare” per avere tentacoli urticanti come questa pianta.
L’habitat prediletto dall’ortica (incolti) ha invece ispirato proverbi quali “ci crescono le ortiche” per indicare un luogo abbandonato, oppure “hanno gettato la tonaca alle ortiche” quando si parla di preti che hanno lasciato la tonaca.

Già nel Medioevo dalle sue fibre si ricavava la carta e un filo resistente come la canapa.
Nella medicina popolare le foglie venivano usate per curare l’anemia, per disintossicare il fegato, depurare il sangue, per i reumatismi, contro l’edema, per le coliche e le malattie renali.
Nella tradizione popolare è una pianta solare che in tutte le tradizioni ha un significato propizio.
Nel Canavese, in Piemonte, i contadini portavano con sé una pianta di ortica come amuleto contro i malefici. In Tirolo durante i temporali si era soliti gettare nel fuoco piante di ortica per tenere lontani i fulmini e le streghe.
Nei rituali magici popolari veniva usata per allontanare le persone sgradite, per assorbire negatività e malattie (la radice), per allontanare le malelingue e le dicerie (bruciata fresca) e per stimolare all’azione una persona pigra e depressa.

Ha proprietà diuretiche, depurative, antiinfiammatorie, emostatiche, antibatteriche, deostruenti del fegato e cistifellea, remineralizzanti, tonificanti, ricostituenti, antidiarroiche, ipoglicemizzanti, galattogoghe, emmenagoghe.
I semi sono purgativi e vermifughi.

Le sue radici bollite nel latte sono un rimedio efficace contro i calcoli biliari.
I cataplasmi con le foglie pestate curano le ferite, leniscono i dolori reumatici e i traumi.
Il decotto è ottimo contro la tosse e il raffreddore. Le foglie sono utilizzate per il trattamento della pelle seborroica, nonché per lenire i dolori reumatici. La lozione e lo shampoo arrestano la caduta dei capelli e combattono la forfora.
I suoi fiori sono utili nella cura dell’ iperplasia benigna della prostata, poiché riduce i residui nelle vie urinarie, del catarro, dell’idropisia, della leucorrea e dei dolori mestruali.
Se fatta macerare in acqua per 12 ore si trasforma in un liquido antiparassitario contro gli afidi delle piante.
È ampiamente utilizzata a scopo cosmetico, farmaceutico, medicinale, in liquoreria e in cucina mangiata come contorno, nelle frittate, nelle ministre.
Le foglie e i fusti tingono di verde, per questo motivo è usata come colorante innocuo in farmacia e nella cosmesi.

Dal libro inedito sulle Specie spontanee di Federica Spaziani