Robinia
Robinia pseuodoacacia
Famiglia: Fabaceae o Leguminosae

Originaria dell’America Sud Orientale e naturalizzata in Europa e altri continenti, la robinia, o gaggia o pseudoacacia, è una pianta diffusissima, quasi infestante.
Il termine deriva dal greco e significa “assenza di male”.
Deve il nome del genere a Jean  Robin giardiniere-erborista di Enrico IV e Luigi XII, che fu il primo ad introdurla in Europa, portando i semi da uno dei suoi viaggi in America. L’albero impiantato  a Parigi è ancora vivo e rappresenta la R. pseudoacacia più vecchia d’Europa;
in Italia questa specie venne impiantata per la prima volta nel 1662 nell’Orto Botanico di Padova.
Secondo un’antica tradizione, la corona di spine sul capo di Cristo era di acacia.
I cadaveri dei re e dei sacerdoti egizi venivano cremati su pire di legno di acacia. E’ considerata da sempre simbolo di vitalità, purezza e immortalità.

Nella medicina popolare, la corteccia veniva usata come lassativo e tonico.
Le foglie erano utilizzate come colagogo ed emetico (stimolanti il vomito) e per il corretto funzionamento del fegato; il succo come antivirale.
I fiori, cotti e mangiati venivano utilizzati per attenuare le infiammazioni oculari.

fiori sono utilizzati per fare liquori e marmellate, frittelle, frittate ed un ottimo miele liquido, energizzante, di colore chiaro ambrato, con un sapore delicato, pregiato perché col tempo non cristallizza.
Essiccati e mischiati ad altre essenze, vengono usati come tisana rilassante.

Il legno, di color giallo-verdognolo o bruno-olivaceo, resiste bene all’aperto, perciò viene impiegato per paleria; è inoltre buon combustibile, che brucia anche appena tagliato.
semi sono molto duri e si usano per collane.
Ha radici molto resistenti, che nell’entroterra ligure e in Val Bormida, venivano usate come lacci per gli scarponi.

Proprietà
Nella corteccia, nelle foglie e nelle radici sono contenuti vari alcaloidi tossici.
Tutte le parti della pianta, ad eccezione dei fiori, devono essere considerate più o meno tossiche e, benché molte delle tossine vengano distrutte dal calore, questa specie risulta poco adatta ad essere usata nell’automedicazione e va assunta sotto controllo medico.
Inoltre la pianta rientra nella lista del Ministero della Salute fra le specie non ammesse per l’impiego nel settore degli integratori alimentari.
fiori hanno proprietà antispastiche, aromatiche, diuretiche, emollienti e lassative.
E’ credenza che l’infuso dei fiori sia utile in caso di forte nausea ed anche in caso di intossicazione fungina.

Dal libro inedito sulle Specie spontanee di Federica Spaziani